In questi giorni mi trovo a Lione, a Rue Victor Hugo, in un clima surreale causa pandemia. Mascherine ovunque per strada (ora anche in Italia è così, ho visto e letto), la vita va avanti ma con lo spettro del virus che continua ad aleggiare intorno e dentro di noi, una roba terribile che ancora faccio fatica a capire, a gestire, a interpretare. Non so bene come comportarmi, a volte mi pare di esagerare, a volte mi pare di non fare abbastanza. La verità forse sta nel mezzo: le cose si possono fare, ma con la testa. Come ha fatto Rita Bigini, della quale qui parlo solo come imprenditrice e non come madre della mia fidanzata. Perché questa donna è molto di più, e chi la conosce lo sa.

Il Covid, dicevamo. La pandemia, che mette le persone negli ospedali e l’economia in ginocchio. Che costringe gli stati a trovare vie di mezzo tra salute e fallimento. Che ha indebolito il commercio, soprattutto per chi non ha dietro le basi solide delle multinazionali. Come Rita e la sua Kazak, appunto. Che però ha saputo reagire eccome.

Kazak e l’idea della sfilata delle clienti (anche in tempo di Covid)

La boutique in questione vende abiti belli e ricercati (e per questo anche giustamente costosi), riconosco che ha molto gusto anche se di moda non è che ne capisca un granché. Però ecco, vedo sempre un gran via vai di donne (vende solo abiti femminili), quindi direi che piacciono, questi capi. Ogni anno Rita organizza sfilate per mettere in mostra le novità: già l’idea è abbastanza sorprendente, quale altro negozio medio/piccolo conoscete che fa sfilare i nuovi arrivi? Boh, io nessuno, ma forse vivo in una mia bolla di fast fashion dalla quale sto cercando di uscire, piano piano. Fatto sta che non lo avevo mai visto prima.

Ma non basta: l’idea in questione è stata arricchita ed è diventata rivoluzionaria, bellissima, coinvolgente. Ed il merito è anche di Emma, che ha contribuito a pensarla e a realizzarla: invece delle modelle, a sfilare sono le clienti stesse, che così vengono messe al centro di tutto. Un modo meraviglioso per dare risalto sia a loro che ai vestiti: tutti si divertono, e anche gli incassi ne beneficiano, perché vedere capi interessanti addosso a persone comuni, a mio avviso, ne aumenta l’impatto e il potenziale. Non comprando riviste di moda, né seguendo notizie sulle ultime tendenze, spesso mi trovo a comprare vestiti perché li ho visti addosso a persone comuni e ho pensato “oh, lo voglio pure io”. E con una sfilata di consumatori, ognuno può davvero immaginarsi lì dentro quel cappotto o quella giacca. Perché non saremo tutti modelli/e, ma sicuramente siamo tutti clienti.

Di più: quest’anno c’è il Covid, quindi comunque bisogna rispettare le distanze, stare attenti e soprattutto mettere la maschera. Come fare, per rendere una sfilata bella anche con queste strisce blu davanti alla bocca? Altra idea: via le mascherine classiche, benvenute maschere da carnevale di Venezia. E così la sfilata è diventata ancora più bella e più colorata, con le maschere che hanno aggiunto un velo di mistero e hanno resto il tutto molto intrigante, accattivante e nuovo.

Regina della serata, ovviamente, Rita: anche lei ha sfilato, e alla fine si è fermata a parlare e a ringraziare tutti, presenti e staff. Menzione d’onore per questi ultimi: ho visto una squadra compatta ed entusiasta, ho vissuto un po’ il dietro le quinte e tutti remavano nella stessa direzione, in sicurezza, e soprattutto senza mai perdere il sorriso. Grande atmosfera, e il risultato ne ha beneficiato.

Sono stato solo uno spettatore, tra l’altro come detto non ci capisco molto di moda, figurarsi di sfilate. Ma devo dire che tra la musica gli abiti, i colori, la location, la preparazione di chi ha parlato, la maniacale cura dei dettagli… ecco, sommando tutto, devo dire che mi è sembrato tutto tranne che una sfilata amatoriale.

Bravi tutti, dallo staff alle clienti, che sembravano perfettamente a loro agio sulla passerella. E brava soprattutto Rita, donna che più conosco e più stimo.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *