Il mondo animali mi interessa parecchio, l’algoritmo di Facebook l’ha capito e quindi mi fa trovare sulla home diversi articoli a tema. Uno di questi riguardava la morte del grifone F17 nella Riserva naturale regionale del lago di Cornino, in Friuli: il grande volatile è stato trovato senza vita da una donna, che ha visto la sua carcassa a terra nei pressi del suo cortile. Il grifone, che veniva monitorato dagli esperti da circa 15 anni ormai, è stato folgorato dai fili di media tensione

Fulvio Genero, direttore scientifico della Riserva, ha spiegato così la morte dell’animale: «Molto probabilmente il maltempo e le forti raffiche di vento che hanno contraddistinto la mattinata di domenica scorsa hanno indotto l’animale a posarsi proprio sul traliccio della media tensione, provocandone la morte per elettrocuzione […] Purtroppo questo decesso incrementa i dati della “strage” che i tralicci provocano fra gli avvoltoi e tutta l’avifauna di grossa taglia».

Il problema ovviamente non riguarda solo i grifoni, ma si estende più o meno a tutti i tipi di volatili di medie-grandi dimensioni e ogni anno causa parecchi danni, sia per gli uccelli sia a livello economico: le folgorazioni dei volatili infatti causano interruzioni delle linee e a volte anche incendi, scatenati dai corpi carbonizzati degli stessi. 

Il problema: perché i tralicci e cavi elettrici sono pericolosi per i volatili

Premessa: spesso capita di vedere decine di uccelli, come le rondini ad esempio, poggiati tutti insieme su un solo cavo, senza per questo restare folgorati. Ciò accade perché le rondini toccano solamente uno dei fili, e la corrente elettrica passa quindi attraverso di loro senza problemi. 

La folgorazione avviene invece quando un uccello tocca entrambi i cavi: in quel caso, al momento del contatto con due fili a potenziale elettrico differente (oppure con un filo e con un palo che scarica a terra), arriva la scossa che spesso risulta fatale per i volatili. Per questo il problema riguarda più i volatili di medie o grandi dimensioni, che per via della loro apertura alare possono toccare accidentalmente entrambi i cavi, restando folgorati all’istante, senza via di scampo. La folgorazione (o elettrocuzione) causa la morte “di 3 uccelli morti per km di linea/anno oppure di 0,15 uccelli morti per sostegno/anno”, secondo i dati resi noti dal Ministero dell’Ambiente.

Credits: Ministero dell’Ambiente

Oltre alla morte per folgorazione c’è anche quella per collisione: gli uccelli in volo, ad esempio durante le migrazioni, possono andare a sbattere accidentalmente contro i cavi e morire sul colpo anche in questo caso. I volatili, inoltre, alcune volte hanno problemi a individuare i cavi perché gli stessi sono poco visibili a causa della morfologia dell’ambiente circostante, come dimostra l’immagine sottostante.

Credits: Ministero dell’Ambiente

Cavi mimetizzati a parte, i rischi aumentano anche in condizioni di scarsa visibilità, ad esempio quando c’è nebbia oppure parecchio vento, come visto per il grifone rimasto folgorato dai cavi dell’alta tensione in Friuli. Le morti come detto riguardano diversi tipi di uccelli, e in questo articolo di Sardegna Foreste potete leggere un bollettino di guerra desolante, che documenta la scomparsa in tutto di dodici grandi volatili (grifoni e aquile) tra il 2019 e il 2020, solo in Sardegna.

Le possibili soluzioni e i progetti già avviati

Negli anni sono stati attivati vari progetti per risolvere un problema che, come visto, causa danni all’avifauna e non solo: qui si parla ad esempio del progetto UE Life Ip Gestire2020, Nature Integrated Management to 2020, condotto in collaborazione con Regione Lombardia e Lipu, volto a proteggere il gufo reale (la cui prima causa di morte è proprio la corrente elettrica) e altri tipi di volatili. Il progetto, realizzato da E-Distribuzione (Gruppo Enel), va avanti da diversi anni ed è consistito in molti interventi in punti diversi della Regione per la messa in sicurezza dei tralicci, attraverso diversi sistemi come ad esempio l’isolamento dei cavi. Per le cicogne, in Veneto, sono addirittura stati realizzati dei nidi artificiali e sicuri sui tralicci stessi. Il Gruppo Enel si è attivato anche in Sardegna, con la messa in sicurezza dei cavi elettrici, per salvaguardare la buona riuscita del progetto Life Aquila a-Life, per la reintroduzione delle Aquile di Bonelli nella Regione.

Oltre all’isolamento dei conduttori, altre possibili soluzioni (sicuramente pratiche e non costose) sono rappresentate da dissuasori (come quelli che si vedono per i piccioni nelle banchine della Metro, ad esempio) e da sostegni per evitare agli uccelli di posarsi direttamente sul traliccio.

Credits: Ministero dell’Ambiente

Infine, un altro sistema efficace è quello dell’installazione di apposite spirali colorate che segnalino agli uccelli la presenza dei cavi, emettendo anche un sibilo per avvertire i volatili. Uno studio (sempre presente su questo documento, sul quale sono descritte nel dettaglio tutte le possibili soluzioni) ha dimostrato che, attraverso delle spirali bianche installate a un intervallo di dieci metri, la mortalità degli uccelli si riduce dell’81%.

Anche la pianificazione è importante: è auspicabile che, nella realizzazione di nuovi tralicci, si tenga conto della presenza di parchi o riserve, o comunque del possibile impatto degli stessi sull’ecosistema. Stesso discorso per la “fisionomia” dei tralicci stessi, che dovrebbero ad esempio, avere conduttori distanziati (almeno 150 cm).

In conclusione, la speranza è quella che in futuro sempre più spesso gli enti collaborino tra loro per la messa in sicurezza dei tralicci e dei cavi, in modo tale da evitare la morte di tanti volatili a causa dei cavi elettrici, insieme agli altri problemi collegati a questo triste fenomeno. 

Foto di copertina di Cock-Robin, da Pixabay