Perché insomma, se ce l’ho fatta io con Alberi di plastica ce la potete fare pure voi: pubblicare un romanzo non è una missione impossibile, no; è più un percorso, una strada non troppo tortuosa ma sicuramente in salita. E badate: scorciatoie non ce ne sono, a meno che non vogliate prendere quella stradina laggiù chiamata self-publishing. Non c’è niente di male nel farlo, intendiamoci (forse ne parlerò in un altro articolo, vediamo). Ma qui vorrei dare qualche consiglio a chi cerca di essere pubblicato da una casa editrice non a pagamento, perché tutto il resto non si chiama editoria, ma tipografia, ed è un altro lavoro.
Come pubblicare un romanzo: cosa vi serve per partire
Vado per elenco perché mi piace tanto:
- Beh, un romanzo farebbe comodo! Forse farò un altro articolo su come scriverne uno (vediamo, ancora sto cercando di capire se mi piaccia o meno il mio), però sì, se volete pubblicare un romanzo vi serve un romanzo (non l’avreste mai detto, eh?). Una roba seria, strutturata, con trama, personaggi ben delineati che affrontano difficoltà, cambiano, si evolvono, eccetera. Altrimenti potete pubblicare un saggio, o una raccolta di racconti (boh, stai a vedere che farò pure un articolo sui racconti), o una di poesie (questo ve lo risparmio) (forse);
- Tempo: dovete dedicare tempo alla vostra passione, perché niente si fa per caso, o in cinque minuti in maniera sbrigativa. Quello dello scrittore è il lavoro più lento del mondo, se potete dedicargli 5 minuti a settimana difficilmente farete strada. Se volete scrivere, ritagliatevi degli spazi per farlo. Allo stesso modo, se volete pubblicare, ritagliatevi degli spazi per sbattervi a cercare un editore;
- Fortuna: qui non può aiutarvi nessuno, o ce l’avete oppure no. Ma una cosa è sicura: gira! Quindi armatevi di pazienza (altro strumento utile) e sperate che prima o poi vi legga qualcuno a cui piaccia il vostro romanzo, e che lo faccia nel momento giusto, quando cerca proprio quel testo lì.
Come sono arrivato alla pubblicazione: una storia personale
Ed essendo personale potrebbe non corrispondere con la vostra, visto che le vie dell’editoria, come quelle del Signore, sono infinite. Quindi prendete quello che vi dico con cautela: sono solo indicazioni di un ragazzo che è riuscito a realizzare un piccolo, grande sogno e che prova ad aiutare altre persone che vogliono realizzarlo. Magari evitandogli qualche errore. Insomma, è andata più o meno così:
- Ho scritto un romanzo, e non era neanche un romanzo. Poi ne ho scritto un altro, ma arrivato a metà strada non mi piaceva. Stesso discorso per il terzo. Al quarto ho fatto bingo: una volta ultimato ho detto “ok, forse ci siamo davvero”. Insomma, ho fallito, e questo è il mio primo consiglio: sbagliate, riprovateci e sbagliate di nuovo. Tentate, altrimenti non sbaglierete mai;
- Dopo aver finito, assicuratevi di aver scritto DAVVERO un romanzo. Siate spietati con voi stessi, perché chi vi leggerà non vi conosce e non si farà scrupoli a cestinarvi dopo due righe. Se non vi piace qualcosa, cambiatela. Se non convince voi, come può convincere chi di mestiere legge romanzi e li valuta? Dovete essere sicuri del prodotto che offrite, perché di questo si parla: di un prodotto che poi cercherete di vendere;
- Ho partecipato a diversi corsi di scrittura creativa, e mi hanno insegnato che fondamentalmente sì, si può insegnare a scrivere. Durante quelle lezioni mi sono stati dati strumenti che ancora oggi uso e senza i quali non sarei mai riuscito a costruire una storia coerente e funzionante, probabilmente neanche sotto forma di racconto. Se potete, seguitene almeno uno: ad esempio ne fanno di molto belli e utili alla Scuola di scrittura Omero, conosco personalmente chi insegna e garantisco che sono bravi davvero (dopotutto, sono la Scuola di scrittura più antica d’Italia);
- Ho iscritto al romanzo al Premio Calvino, provando ad arrivare almeno in finale, ma non ci sono riuscito. Era la seconda volta che tentavo quella strada: la prima fu con una raccolta di racconti e non andò bene, la seconda con Alberi di plastica e… non andò bene. Neanche tra i finalisti, neanche tra i segnalati. Insomma, un buco nell’acqua, e venni pure stroncato dalla scheda di valutazione. Però quell’esperienza fu comunque utile: mi fece capire che io, nel mio romanzo, ci credevo veramente. Comunque, se siete più bravi di me ed arrivate in finale, probabilmente vi pubblicano, quindi vale la pena tentare;
- Ho selezionato alcune case editrici che avevano un occhio di riguardo per gli esordienti, ma non solo (e vado sotto);
- Ho anche spulciato i loro cataloghi (procedimento che va fatto sempre) per capire cosa pubblicassero e cosa no. Per esempio: se avete scritto un fantasy, non potete inviarlo alla casa editrice che pubblica solo saggi politici. Perdete tempo e ne fate perdere a chi vi leggerà (perché alla fine vi leggono, statene certi);
- Ho mandato il romanzo a più case editrici, seguendo tutte le indicazioni riguardo all’invio: non sottovalutate questo aspetto, perché se sbagliate qualcosa (ad esempio, non allegate la sinossi) potrebbero scartare il vostro romanzo a prescindere, anche se siete i nuovi Stephen King.
- Banalmente ho aspettato. Fase difficile, sì, ma bisogna avere pazienza perché le case editrici (anche le più piccole) ricevono un numero spropositato di manoscritti da visionare, quindi impiegano del tempo a rispondere (in alcuni casi è indicato sul sito dell’editore).
- Dopo quasi due mesi dall’invio, una delle case editrici mi ha richiamato e mi ha proposto un contratto di pubblicazione.
Quel contratto l’ho poi firmato, e ho visto il mio romanzo prendere corpo e farsi pagine e inchiostro: un’emozione immensa. Ho atteso anni e ho lavorato parecchio per arrivare a questo (piccolo) traguardo, ma ce l’ho fatta e sono orgoglioso.
Sicuramente proverò a far vedere la luce ad altre cose che ho scritto, che sto scrivendo e che scriverò in futuro. Magari tentando altre strade, oppure ripetendo quella già battuta. Vediamo, chi può dirlo: dopotutto, le vie dell’editoria sono infinite.
Vi lascio con un invito: chiunque voglia può contattarmi per domande, consigli o anche per un semplice confronto, dove vuole, quando vuole. Diverse persone mi hanno chiesto pareri e suggerimenti dopo aver saputo che ero riuscito a trovare un editore, quindi non esitate e chiedete pure: per quel poco (pochissimo) che posso, aiuto volentieri tutti.
(Foto di Lubos Houska da Pixabay)